Bogotà: sciopero generale contro la riforma fiscale
La riforma moltiplicherebbe vertigionosamente il costo della vita. E il movimento 21N insorge
La nottata a Bogotà (Colombia) inizia con l’accesa di fuochi nei punti strategici della città. Le Guerriglie della dissidenza delle estinte Farc e dell’ancora attiva ELN minacciano di scendere in piazza con i loro metodi: bombe carta e molotov. E il tanto atteso 21N, che mi naccia di essere una Genova 2001 versione colombiana. Tutte le Ong e i movimenti sociali mobilitati per garantire lo svolgimento pacifico della manifestazione. Presidio nella mattinata dei movimenti sociali sotto l’ambasciata colombiana a Berlino.
21N colombiano eccoci finalmente. La protesta si caratterizza per essere acefala e spontanea, contro la riforma fiscale che getterebbe nella miseria la popolazione colombiana di tutte le classi sociali, ma specialmente affetterebbe quella contadina. Semplice protesta o rivolta? Non si sa ancora. Quello che è sicuro è che la protesta è contemporaneamente contro il Governo e anti-sistemica. Ma globale.
Dietro c’è anche un cotesto globale e internazionale di proteste, Infatti anche le proteste sciite ( ma non solo) nell’area mediorientale. Anche queste infatti avvengono in un contesto internazionale spontaneo e anti sistemico. La crisi in Libia e in Siria anche avvengono dunque in un contesto globale e acefalo ormai.
Senza contare il movimento italiano delle SARDINE, che a Bologna ha dato prova di una partecipazione inattesa e numerosissima. C’è poi il capitolo del Venezuela. E i problema internazionale del terrorismo in Africa. Questo è pressante: attualmente ci sono 13 paesi africani minacciati da ISIS e affiliati. Il linguaggio di proteste jihadista si sta infiltrando in Africa
In Kenya il commando Al Shabab è attivo e colpisce ricordiamoci l’attentato del 15 ottobre all’università,. In Kenya il terrorismo autoctono è presente e fa proselitismo già dal 2007. Il Kenya sta con la Somalia per dare sostegno con l’Unione Africana contro il terrorismo jihadista. DURANTE IL MONDIALE DEL BRASILE PRESE D’ASSALTTO UN COMMANDO DI ALSHABAAB UCCIDENDO 48 PERSONE. Se il governo non investe sui servizi sociali e educativi il terrorismo jihadista rischia di dilagare.. Ma stiamo parlando di Stati falliti o sull’orlo del fallimento da 1 anno e mezzo. C’è poi il capitolo a parte della Palestina e di Israele: ben noto i recente lancio di 250 razzi dalla striscia di Gaza.
Come si finanziano i gruppi narcotrafficanti nell’area mediorientale? Scortando ingenti quantità di ogni tipo di droga: oppio eroina anfetamine. Ieri 20 novembre si sono arenate in Francia nelle spiagge del nord 167 kg di cocaina purissima.
Il narcotraffico si allaccia poi con il traffico dei migranti, questi poveri sfortunati. E i più affettati sono bambini: più del 50 % degli affettati sono bambino dicono le agenzie dell’ONU e della UE per i Diritti Umani…il network jihadista internazionale sta affondando le sue radici in Africa e da lì si estende in Europa e America Latina.
Dall’Africa le tensioni si ripercuotono quindi globalmente nella UE e in America Latina, qui con l’aiuto della destra minoritaria clericale ma razzista. Grande è la confusione sotto il cielo e l’occasione non è propizia. Senza contare la situazione drammatica in Chile tempestato da scontri nelle ultime settimane con morti e feriti numerosissima.
Ma torniamo al 21N colombiano: quale sono le ragioni e metodi della protesta? Il 21N in Colombia si svolge nell’intenzione degli organizzatori sotto l’insegna del pacifismo più assoluto. Ma lo shock del golpe in Bolivia pesa negli animi della sinistra e della destra sociale e politica colombiana…
Innanzitutto non è una protesta studentesca è una protesta sindacale prima di tutto.
I primi problemi si verificano all’ospedale. Senza ragione alcuna la polizia inonda l’ospedale di lacrimogeni.
Anche in Spagna si mobilitano sotto l’ambasciata colombiana. La protesta diventa internazionale e globalizzata: si legge una lista di politici e prefetti colombiani “ci stanno uccidendo! “ risponde la folla all’unisono. Intanto la protesta si estende anche ad altre città importanti della Colombia come Cali e all’intera regione della Cundinamarca: qui si era tentato di impedirle legalmente da parte del Governo Duque, ma con il contro intervento legale dei magistrati la manifestazione è infine riuscita a svolgersi seppur in sensibile ritardo.
Il clima è di una festa gioiosa ma con un background di tensione: la notte precedente il Governo Duque ha ordinato di eseguire una serie di perquisizioni notturne contro attivisti del 21N. Oggi 21 Novembre la Corte Judicial Colombiana ha aperto una indagine sulla legittimità di queste perquisizioni senza mandato.
Intanto la protesta si estende a settori socio istituzionali dei servizi educativi: “Attraverso una azione di nullità per incostituzionalità, un collettivo di professori (ndr. giuristi) chiede una azione di nullità per incostituzionalità e chiede misure cautelari di urgenza affinché il Consejo de estado sospenda il decreto firmato dal Presidente Ivan Duque il 19 novembre”.
Nella convulsione e il nervosismo per lo sciopero nazionale il 21 novembre il presidente Iván Duque sigla un decreto in base al quale “si ordinano misure per il mantenimento dell’ordine pubblico, nell’ambito della garanzia e del rispetto al diritto a manifestare pubblicamente, pacificamente e senza armi.”. Tra le azioni che produce questo decreto la chiusura delle frontiere e la eventuale sospensione di manifestazioni pubbliche “sospette”.
Ma a cosa punta il movimento 21N, nato come protesta sindacale e diventato protesta sociale diffusa e acefala con sostegno istituzionale/legale del Consejo de Estado? Questo è presto dirlo ma sicuramente punta in alto.
Foto: James Paramecio por Pixabay