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La guerra informatica tra USA e CINA: da TikTok a telegram e signal

La guerra informatica tra USA e CINA: da TikTok a telegram e signal

A metà dell’anno passato nuova guerra commerciale e diplomatica tra gli USA di Trump e la Cina ha raggiunto i suo livello massimo: minacce di sanzioni, offensive e controffensive diplomatiche.

In campo tecnologico tempo fa destò molto scalpore l’annuncio di Trump di voler proibire l’app Tik Tok (di proprietà cinese) con l’argomentazione che secondo Trump TikTok metterebbe a rischio la “sicurezza nazionale degli USA”.

Ma anche il noto collettivo informatico di hackers Anonymous ha analizzato TikTok e ha invitato a non installarlo sui propri pc o dispositivi: conterrebbe infatti un malware che raccoglie molti dati sensibili dell’utente.

Strategie di censura e proibizione come questa hanno anche antecedenti:

Nel 2018 Huawei entra nel panico per l’ipotesi che Google smetta di rilasciare aggiornamenti per i dispositivi e computer di Huawei. Sempre per l’argomento del governo USA che il colosso cinese userebbe i propri dispositivi per spiare organismi di sicurezza degli USA e raccogliere dati personali dei suoi utenti.

Anonymous, il noto collettivo di hackers, ormai incamera tra le proprie file ingegneri informatici di ogni tipo e dopo i suoi attacchi hacker alle strutture informatiche di ISIS ha aumentato la propria popolarità nel mondo occidentale e arabo. Altre volte ancora i programmatori di anonoymous si dedicano a hackerare i PC di imprese e governi e a filtrare (to leak) informazioni legalmente incriminanti di politici e personaggi pubblici di tutto il mondo.

Quando Ramadi era caduta nelle mani dell’ISIS Anymous lanciò una serie di attacchi informatici alle strutture comunicative dell’ISIS riuscendo anche a sventare un attacco dell’ISIS in Italia. “Internet serve alla libertà di parola non alla propagnanda dell’odio. Abbiamo attaccato e messo in down molti dei vostri siti. Noi non dimentichiamo noi non perdoniamo: aspettateci” dice anonymous nei suoi video.

Quando Ramadi era caduta nelle mani dell’ISIS Anymous lanciò una serie di attacchi informatici alle strutture comunicative dell’ISIS riuscendo anche a sventare un attacco dell’ISIS in Italia. “Internet serve alla libertà di parola non alla propagnanda dell’odio. Abbiamo attaccato e messo in down molti dei vostri siti. Noi non dimentichiamo noi non perdoniamo: aspettateci” dice anonymous nei suoi video.

 

Oggi non è un segreto per nessuno che colossi come Google o Facebook (propeietaria anche di Instagram y WhatsApp) offrono i propri servizi e applicazioni in cambio di una cosa: i nostri dati.

L’algoritmo di social come Facebook e Instagram riesce oggigiorno non solo a conoscere i nostri gusti e paure ma anche a offrirci una visione del mondo personalizzata. Infatti nel 2018 dopo lo scandalo Cambridge Analytica, Facebook ha elaborato nuovi algoritmi per supportare l’elezione dell’allora candidato Donald Trump. Ma dopo l’impeachment la situazione del prestigio internazionale di Trump è molto cambiata e la stessa Bundesbank tedesca ha recentemente ritirato i propri capitali da molte delle società di Trump.

 

 

Più che un Grande Fratello Google è un dio, che tutto sa. Lo invocano quotidianamente miliardi di persone e più che un motore di ricerca è un oracolo ormai che tutto sa.

Sistemi operativi come Linux, browser come Tor e applicazioni come Telegram o Signal e Torrent offrono invece un’altra esperienza della rete gratuita ma a volte anche in violazione delle leggi sul copyright; alcune di queste applicazioni e quindi algoritmi, offrono però una esperienza virtuale che sfiora i limiti della legalità e della moralità per il tipo di contenuti che individuano.

WeChat  è l’app per dispositivi portatili, sviluppata dalla società cinese Tencent che sta riscuotendo un enorme successo che promette buoni utili in termini di vendita di servizi e prodotti on line e non.e anche questa non gradita a Trump.

Alessandro Bonafede

 

www.isolacolombia.org